Da 20 anni mi diverto a esplorare l'intersezione tra design e cultura geek.
Ciao, sono Sara, dal 2003 online come Dark Max e anche io come Bianca Lawson ho 16 anni da più di 20. Ho visto tabelle, floats e svariate serie TV. Forse un giorno torneranno nuovi progetti ma nel frattempo questo è una sorta di archivio di tutte le mie robe nerd.

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Magari un giorno tornerà di moda il blog ma intanto news, foto, storie, cose nerd random, foto di gatti, è molto più comodo e divertente condividerle su Instagram. Ormai Meta ha tutti i miei dati quindi almeno ci faccio qualcosa di utile!


Articoli
Le cose migliori che ho scritto

Non andrei più ad una convention solo per vedere gli attori messi in vetrina

🎭

10 Gennaio 2019


Foto mia insieme a Richard Dean Anderson

Siamo nel 2019, fra poche settimane avrò 40 anni e con l’influenza che dura dal primo gennaio me ne sento già il doppio. Sarà per la rinomata maturità che pare potrebbe sopraggiungere per quella data fatidica (ci credo veramente poco) ma ormai quando leggo che gli attori delle serie che amo saranno ospiti di qualche convention la mia reazione è una vaga esclamazione tipo “AHEEAOIUU” e poi dopo 5 minuti mi metto a pensare ad altro.

Ci sono telefilm che continuo ad amare, personaggi, attori di cui scherzare e commentare la notevole gnoccaggine ma per cui, con tutti il rispetto e lo sbavamento possibile, per quanto mi riguarda non ha più senso fare ore di fila per una stretta di mano, un abbraccio fugace, un ciao buttato là insieme a una sorta di dialogo farfugliato mentre dietro altri ti spingono per lasciargli il posto.

Cosa francamente mi resta a parte uno scarabocchio su un foglio e una foto in cui hai lo sguardo allucinato perché non hai il tempo di renderti conto di quello che stai facendo? Io ho pure perso l’autografo di Michael Weatherly… per farvi capire quanto alla fine tenga a queste cose. E come dimenticare i noiosissimi panel in cui per un’ora l’attore si deve sorbire domande imbarazzanti o le classicissime “Qual’è il tuo colore preferito?”, “Chi bacia meglio?”, “Mi sposi?”.

Sicuramente è stato più interessante “l’incontro” con David Lynch, che nell’intervento del Lucca Film Festival ha dato risposte a caso alle domande del moderatore che voleva la spiegazione di questo o quello dei suoi film (state ridendo vero?).

Come ho già scritto sopra odio gli autografi ma, non volendo farmi firmare cose standard come DVD o libri, ho pensato bene di scrivere una citazione di Lynch su un block notes e lasciare uno spazio per la firma. Grazie alla mia proverbiale stazza sono riuscita a farmi spazio tra la folla che gettava DVD per farseli autografare come al mercato del pesce ed arrivare davanti a lui. Mi ha fatto sorridere che abbia gradito la mia pseudo creazione artistica e mi ha fatto i complimenti per la scelta della citazione.

Ho avuto bisogno di inventarmi qualcosa per dare un senso ad un evento che, anche se all’interno di un film festival, si era ridotto ad essere la solita noiosa caccia all’autografo con toccata e fuga dell’ospite. Ormai sono convinta che se andassi alla Comic-Con di San Diego mai e poi mai passerei ore e ore in fila per un panel o una sessione di autografi dando invece la precedenza ad un approfondito giro tra stand ed espositori e a conoscere fan da tutto il mondo. Saranno gli anni che passano, le convention fatte e quelle organizzate in cui ormai mi sono abituata a vedermi passare a fianco cast e crew, ma per solleticare la mia curiosità e la voglia di partecipare ancora a questi eventi forse avrei bisogno di altro.

Per esempio un’ora di stage o workshop, in cui l’ospite ci spiega i trucchi del mestiere, si prova o si scrive qualche scena, si gioca un po’. Un momento in cui l’attore fa l’attore, o lo sceneggiatore o chicchessìa, dove magari attraverso il racconto di qualche aneddoto legato a questa o quella scena può insegnarci qualcosa. Uno scambio alla pari fan-celebrity, un appiattimento dei ruoli che avvicina i due molto più di una foto ridicola con pose imbarazzanti scattata al volo. In questo modo si valorizzerebbe la professionalità dell’ospite e non solo averlo lì come bella presenza a pettinare le bambole e i ragazzini capirebbero che non è solo per intervento divino o aspetto fisico che si arriva a certi livelli ma con la passione, il duro lavoro e la gavetta. E soprattutto che le star sono persone come loro.

Non butto certo via tutto delle convention. I ricordi più belli sono quelli legati alle persone che mi hanno accompagnato in queste avventure. La preparazione, il viaggio, le battute nerd, i costumi sistemati con precisione nell’armadio e gli altri nostri vestiti buttati a caso in valigia. Le notti in ostello in cui dovevamo fare i turni per scendere dal letto per evitare di scontrarsi o calpestarsi, le scene di delirio quando volevamo replicare photoshoot di serie TV in loco. Le cene e i festini danzanti fino a tardi insieme ai fan di tutte le nazioni. E l’immancabile giro turistico della città che ospitava la convention. Gli attori alla fine erano solo un pretesto per avere la possibilità di stare insieme e far finta di non conoscersi quando ai controlli in aeroporto spuntavano teglie di Darth Vader o bottiglie di Tru Blood.

Ora io non dico che in generale non vorrei incontrare più nessuna cosiddetta star. Certo una chiacchierata davanti ad un caffè o una pizza con tizia o caio mi farebbe certo piacere. Ma è appunto così che vorrei avere la possibilità di conoscere quelle persone che interpretano i personaggi che amo, parlando del più e del meno come accade con chiunque in tranquillità. Ma non è certo una caotica convention piena di adolescenti o groupie urlanti il luogo per farlo, almeno per me.

Sarà stanchezza? Sarò disillusa? Boh. So solo che ora come ora mi basta che gli attori delle serie che amo continuino a fare il loro lavoro e a trovare sempre nuovi modi per farmi emozionare, ridere e piangere. Perché per il resto le Instagram Stories fanno già un bel lavoro di selezione per buttare giù il muro che separa il personaggio dall’attore.

Solo i soldati migliori vanno nel Posto Alto

🧬

4 Aprile 2016


Foto di Max e Ben di Dark Angel

L’incredibile performance di Jensen Ackles nel ruolo di Ben in Pollo Loco (La Signora Azzurra) aveva talmente impressionato gli autori di Dark Angel che cercarono in tutti i modi di trovare un’idea per poter ancora lavorare con lui. Ecco quindi fare la sua comparsa nella seconda stagione il clone di Ben, 494, poi rinominato da Max, Alec.

Abbiamo avuto modo di vedere quanto l’incontro di Max con Ben dopo più di 10 anni dalla fuga si fosse concluso in modo tragico e sicuramente trovarsi continuamente faccia a faccia con il suo clone, prima a Manticore poi nella vita di tutti i giorni a Seattle, non deve essere stato semplice per lei.La relazione tra i due infatti non è certo tra le migliori: Max non perde tempo per prendere a male parole Alec per qualsiasi cosa ed Alec da parte sua, con la scanzonatezza e lingua lunga, non facilita le cose.

In The Berrisford Agenda (Missione Segreta) ad Alec, dopo il tentativo di consegna di un pacco insieme a Max, torna alla mente una missione sotto copertura di qualche anno prima, nel ruolo di insegnante di musica della figlia di un fornitore di Manticore, in cui avrebbe dovuto sottrarre importanti documenti all’uomo. Durante l’operazione però si innamora della ragazza e si rifiuta di eseguire l’ordine di uccidere padre e figlia cercando poi di salvare entrambi, avvertendoli. Saranno gli uomini di Manticore a premere l’interruttore dell’esplosivo che lui stesso aveva piazzato sotto l’auto dei due e a riportarlo alla base tutt’altro che contenti del risultato finale.

Alec non si è comportato bene e viene punito. Ma come viene punito un soldato a Manticore che ha fallito la sua missione?

L’episodio Pollo Loco (La Signora Azzurra) della prima stagione ci aveva mostrato quali fossero le storie che gli X5, in particolare Ben, si raccontavano nei dormitori.

BEN: Solo i soldati migliori andranno nel Posto Alto. Quelli che falliscono…sapete cosa gli succede? Spariscono nel Posto Cattivo. Dove ti aprono e bevono il tuo sangue finché sei quasi morto. Poi ti lasciano là per i Nomlies.

Una storia che ha accompagnato Ben anche fuori da Manticore diventando poi il delirio finale di un ragazzo malato:

BEN: Per favore, lo sai che mi faranno. Mi metteranno lì con loro…con i Nomlies. Per favore.

Quello che era una fantasia di Ben si rivela essere quello che accade poi effettivamente ad Alec una volta riportato a Manticore. Ha fallito come soldato, viene ricondizionato (inutilmente) in modo che dimentichi tutto e viene messo lì, in punizione, dove Ben aveva sempre avuto paura di finire: con i Nomlies.

Le Anomalie che animavano i racconti e gli incubi dei bambini a Manticore durante i flashback della prima stagione si rivelano poi essere i vari transumani Joshua, Mole, Dix che animeranno non poco la seconda stagione.

Ma il filo sottile che lega Alec, Ben e anche Max conduce in luogo preciso.In Pollo Loco (La Signora Azzurra) Max, in cerca di Ben, si ricorda del Posto Alto – a Manticore il tetto dei dormitori – dove i ragazzi si radunavano per lasciare in dono i loro denti caduti alla Signora (un’immagine della Vergine Maria che uno degli inservienti della base aveva loro regalato in un momento di difficoltà) in modo che potesse proteggerli.

Il Posto Alto era anche un luogo dove gli X5 si radunavano lontano dagli sguardi delle guardie e degli aguzzini di Manticore, un luogo di pace, riflessione e ricerca di risposte.Non è difficile quindi per Max pensare allo Space Needle come al rifugio di Ben, non solo per una mera questione di altezza ma perché quello in un certo senso è il suo Posto Alto.

All’interno del diroccato Space Needle Ben e Max hanno una conversazione molto intensa in cui viene ricordato un terribile avvenimento del loro passato a Manticore: Gli X5 durante un’esercitazione nei boschi hanno picchiato a sangue un uomo credendolo un Nomlie.

BEN: Sei una delle poche persone in grado di capire.
MAX: È qui che ti sbagli. Io non capisco.
BEN: Andiamo, Maxie! Non dirmi che hai dimenticato quel giorno.
MAX: Credimi, ci ho provato.
BEN: Ma non puoi, vero? E vuoi sapere perché? Perché è stato il giorno più esaltante della tua vita. Per un breve istante sei stata quello che dovevi essere…un predatore. Qual’è il problema, Maxie? Hai paura di ricordare
?MAX: Non voglio ricordare.
BEN: Perché ti spaventa? Credo che abbiamo spaventato anche Lydecker quel giorno. Mi ricordo che lo guardavo correre nel bosco. Quanto tempo ci mise Lydecker a contare i secondi. Non aveva alcuna chance. Non ti capita di svegliarti con il cuore in gola?
MAX: Zitto!
BEN: O con il sapore del sangue nella tua bocca?
MAX: Zitto!
BEN: Sei un lupo travestito da pecora, Max! Stai reprimendo i tuoi istinti, ogni minuto di ogni giorno, così nessuno sa cosa sei realmente. Un soldato…un cacciatore…un killer.

Anche Alec in Hello, Goodbye (Amore Impossibile), dopo essere stato fatto fuggire da Max dal carcere dove era stato accusato di un omicidio commesso da Ben, la costringe, chiedendogli di raccontarle che tipo fosse Ben, a riportare alla mente qualcosa che non è mai riuscita a dimenticare.

All’inizio il ricordo di Ben da bambino è quasi dolce e strappa un mezzo sorriso a Max:

MAX: Quando noi due eravamo bambini a Manticore, lui voleva sempre una risposta per tutto. Sai..”perché eravamo lì, che cosa c’era fuori” e si inventava delle fantastiche storie per spiegare le cose. E in qualche modo questo ci faceva sentire amati. Come se non fossimo soli.
ALEC: Era un bravo ragazzo. Cosa è andato storto?
MAX: Dopo che siamo scappati, c’erano troppe cose al mondo per cui non trovava una risposta. Non lo so, lui si è perso.

Poi le cose si fanno più difficili. Max, per la prima volta racconta a qualcuno quello che è accaduto nei boschi di Seattle. Si toglie un peso enorme dallo petto e lo fa con Alec, ma voltandosi, non riuscendo per ovvi motivi a guardarlo in faccia, alla fine scoppia in lacrime venendo poi consolata da lui.

ALEC: Ehi, stai bene?
MAX: Sì, sto bene.
ALEC: Max, cosa c’è?
MAX: Eravamo nel bosco. Lui era ferito e quelli di Manticore ci stavano accerchiando. Lui non voleva tornare là.
ALEC: Il reindottrinamento. O peggio.
MAX: L’ho ucciso. Mi ha chiesto di farlo. E io l’ho fatto. Sono fuggita. Io mi sono salvata. E ho lasciato lì il suo corpo perché lo portassero via.
ALEC: Max, mi dispiace.

Ritroviamo i due la mattina seguente quando Alec lascia l’appartamento di Max con il seguente dialogo che chiarisce finalmente, anche per loro, quelle che sono state le motivazioni di un rapporto fino a quel momento molto complicato.

ALEC: Deve essere dura, eh? Avermi intorno, con la stessa faccia di Ben, a ricordarti cose che vorresti dimenticare.
MAX: Sì. Forse è per questo che a volte sono un pò stronza con te.
ALEC: Può darsi. O forse perché certe volte anche io sono una pigna in culo.

Max ora può andare avanti. Certo, non dimenticherà il passato, ma quando guarderà Alec da ora in poi potrà riconoscere in lui soprattutto un amico con cui condividere il Posto Alto, i propri pensieri e il proprio destino.

ALEC: Ciao Max. Ho pensato tu fossi qui.
MAX: Vengo qui per stare da sola.
ALEC: Lo so, ma considerando tutto quello che è successo oggi, ho pensato che avessimo entrambi bisogno di un amico in questo momento.
MAX: Siediti.
ALEC: Allora vuoi condividere qualche pensiero profondo? Qualche importante considerazione sulla vita?
MAX: Sì. L’amore fa schifo.

Le fasi dell'ossessione telefilmica

🛋️

27 Luglio 2013

Scritto per Abits.it


Foto di Marshall di How I Met Your Mother

Avete presente quando la mamma da piccoli vi diceva di non frequentare cattive compagnie? Ecco, la mamma aveva ragione, perché un giorno un amico vi chiederà se avete mai visto Battlestar Galactica o Glee e voi con candore cercherete di capire di cosa sta parlando per poi finire in un tunnel senza fine attraversando le varie fasi dell’ossessione telefilmica.

L'ingenua curiosità

Iniziate l’episodio pilota con un tenero “ma sì vediamo che cos’è, dopotutto c’è la tipa che recitava in Flipper”. I minuti passano e vi accorgete che gli occhi ormai sono incollati allo schermo e rimanete lì imbambolati fino alla fine, per 40/50 minuti o addirittura un’ora e mezza, ma tutto scorre così velocemente che neanche ve ne accorgete, ma con la profonda consapevolezza che ne volete ancora e subito.

La maratona

Il pilot è stato di vostro gradimento ed è naturale passare al secondo episodio, magari poi al terzo e perché no pure il quarto. Dopo due settimane, in cui parenti e amici hanno valutato di chiamare medico, psicologo, maestra dell’elementari, Federica Sciarelli e un prete per un esorcismo, con profonda soddisfazione spegnete il computer e annunciate al mondo di essere pronti per la season premiere della quinta stagione che sarebbe iniziata il giorno successivo.

Telepedia

Sono passati anni da quando avete studiato la Rivoluzione Francese e le Guerre Puniche e non vi ricordate assolutamente nulla, ma state sicuri che fra 30 anni vi ricorderete la scena 3 dell’episodio 5 della stagione 4 in cui Tizio/Caio o Tizia/Caio o Tizia/Caia si sono baciati per la prima volta con una melensa canzone di sottofondo che dopo 3 ore è finita direttamente nell’iPod. Sarete capaci di elencare tutti i modelli cylon esistenti, nonni, cugini e pronipoti delle casate di Game of Thrones, indicare le vie di Vancouver dove sono state girate le scene del finale di stagione e andrete nel panico se qualcuno vi chiederà se per andare in Comune bisogna passare da Via Mazzini o Via Campana.

Do you speak english?

L’adattamento italiano non esiste, è un fantasma della mente. Le serie TV si guardano in lingua originale con i sottotitoli. Starbuck non è Scorpion, Spike si è ripreso l’anima e non la sua identità, Max non uccide Ben così per sport, Gaeta non ha la voce di un doppiatore stonatissimo, non esiste il Primo Cavaliere ma la Mano del Re.

Jensen Dean I love you

E’ sicuramente più gradevole guardare una serie TV se almeno uno dei protagonisti è figa/o strutturalmente ben definita/o e gradevole alla vista. Quel personaggio è intoccabile, non deve morire, non deve soffrire, deve avere minimo 50 minuti di screentime su 42 di episodio, quando non è sullo schermo potete fare una pausa fisiologica o prendere una coca cola dal frigo. L’attrice/attore invece non ha più segreti per voi, conoscete i nomi dei suoi bisnonni, le misura dei suoi glutei o tette, la votazione nel compito di matematica di terza media, odiate fidanzate/i, mariti/mogli ma se ha una storia con la/il collega che nello show interpreta il love interest va bene e se non ce l’ha fate finta che sia vero. Finirete però per odiarla/o perché in mezzo ad altre 20 mila persone non vi ha fatto ciao con la mano e sarà finita per sempre.

I Gadgets

Dovete avere tutto delle vostre serie preferite come la tazza dei Lannister con cui far colazione la mattina o una bottiglia di True Blood in cui mettere il succo d’arancia, senza dimenticare l’uniforme da pilota da Viper ben posizionata nell’armadio accanto alle innumerevoli t-shirt con la faccia di Buffy, Sheldon o i numeri 4, 8, 15, 16, 23, e 42. Ma volete mettere la spada di Ned Stark da portarsi in ufficio la mattina?

GetGlue & Friends

E’ sempre cosa buona e giusta far sapere agli amici sui social network che, con delle doti che esulano lo spaziotempo, vi state guardando contemporaneamente 15 episodi di diversi telefilm per andare a caccia di stickers adesivi o chissà che altri premi su GetGlue e/o Miso.

Il Telefilm siete voi

Vi trovate a bussare alle porte di chiunque esclamando “Penny, Penny, Penny”, aspettate con fibrillazione l’autunno per poter dire che l’inverno sta arrivando, accendete il fornello con un Dracarys, leggete le ultime 3 cifre di tutti i codici a barre dei detersivi mentre siete al bagno, se incontrate dei gemelli temete che siano cloni o chissà che altro, vi interrogate del perché invece di pere e mele transgeniche nessuno si prenda la briga di creare una Jessica Alba o Jensen Ackles e collezionate files di casi misteriosi dormendo con la luce accesa per paura che gli alieni vi rapiscano.
Complimenti, se avete attraversato almeno la metà dei vari stadi, siete stati assimilati e non c’è cura, semplicemente dopo un po’ si passa ad un altra serie TV.

NOTA: Non abbiamo citato i nomi delle serie TV a cui i molteplici personaggi dell’articolo fanno riferimento per evitare di spoilerare apertamente e perché tanto lo sappiamo che non ce n’è bisogno. Non fate finta di non essere geek/nerd.

Fanlistings: essere fan prima di Facebook

🧝

13 Luglio 2013

Scritto per Abits.it


Agli inizi del 2000 a Janine Mischor, ragazza tedesca appassionata di serie TV, venne l’idea di creare una sorta di sito in cui riunire i fan di Buffy the Vampire Slayer attraverso una lista suddivisa per nazione di appartenenza e alcuni bizzarri accorgimenti da seguire, un modo per dire “mi piace” prima dell’avvento di Facebook. Nacque così Slayer Empire, la prima fanlisting.

In poco tempo le fanlistings si moltiplicarono, a Janine si affiancarono altri Webmasters e fu necessario mettere su un network per consultarle con più facilità ed evitare che si disperdessero per la rete.

The Fanlisting Network è ancora online per una stoica nicchia e i social riempiono già le nostre giornate da fan di qualcosa/qualcuno, così vi voglio portare alla riscoperta di un pezzo di Web 1.0, perché nel caso i cylon annientino l’umanità e ci sia il bisogno di un nuovo inizio partendo dall’HTML, qualcuno dovrà pur ricordarsi come si crea una fanlisting, no?

Anatomia di una Fanlisting

Immagine dell'uomo vitruviano

La fanlisting altro non è che un semplice sito in HTML/PHP con pagine e contenuti assolutamente obbligatori:

  • HOME: Presentazione in cui viene spiegato cosa sia una fanlisting e il network, oltre a contenere le varie statistiche riguardo gli ultimi aggiornamenti, i fan inseriti, i fan totali, ecc. In principio queste informazioni venivano inserite a mano, poi grazie a script ad hoc come Enthusiast la gestione è stata facilitata.

  • ABOUT: Una ripetizione dei contenuti della home con più qualche informazione aggiuntiva per dare un senso all’esistenza della pagina.

  • CODES: Un elenco di banner di varie dimensioni che ogni fan che per sfiga, sbaglio o mania di grandezza indica il proprio sito Web nel modulo di iscrizione DEVE inserire nel proprio sito.

  • JOIN: Modulo di iscrizione in cui inserire nome, email, nazione ed eventuale sito Web o commenti vari (es. Spuffy 4eva).

  • MEMBERS: Dopo l’iscrizione i fan vengono schedati inseriti in una lista suddivisa per paese. Dando un’occhiata a distanza di tempo alla fanlisting su Buffy noto che conosco praticamente quasi la metà delle persone iscritte e io non sono in lista. Buffy perdonami.

Alla fine ogni fanlisting è una copia di un’altra data la natura obbligatoria della maggior parte dei contenuti, con la sola eccezione di qualche informazione aggiuntiva come riassunto episodi, biografie attori e personaggi, foto, ecc. come nel caso di Slayer Empire. Non c’ bisogno neanche di conoscere l’inglese, basta fare copia-incolla e sostituire quello che ci serve!

The Fanlisting Network, 21 semplici regole

Immagine di una pagina del sito di The Fanlisting

Oltre ad essere composto da circa 50 categorie – dagli attori ai personaggi di film e serie TV, a scrittori, Webmasters, siti Web, magazine, episodi, fanfiction, musica, moda, praticamente qualsiasi cosa – poteva un network di fanlistings essere esente da ulteriori regole? Direi di no. Ecco a voi le 21 regole originali da seguire nel caso si voglia entrare in questo fantastico mondo:

  1. Si deve conoscere l’HTML e saper utilizzare un programma di grafica. Non si possono utilizzare Yahoo! Gruppi e simili. Le fanlisting devono essere hostate su un proprio spazio Web che funzioni e non un hosting da quattro soldi.

  2. La fanlisting deve avere un link ben visibile che porta al network. Un link, ma anche un banner o una gif animata da 800px di larghezza va bene, fate vedere che siete fieri di farne parte!

  3. Datevi da fare col vostro sito. Se non lo aggiornate regolarmente allora non fate richiesta di una fanlisting ma lasciate spazio ad altri.

  4. Non potete richiedere una fanlisting che gestisce già un altra persona. Prima di richiedere una fanlisting controllate che già non sia occupata, se lo è mettetevi in fila e iniziate a gufare, se siete nel giro giusto (raccomandato) sarà presto vostra. Coraggio!

  5. Se la fanlisting copre più categorie non fate casini. Nel form di iscrizione inserite le varie categorie, poi ci penserà lo staff a smistare il tutto.

  6. Tutto cioè che è “animato” va sotto la categoria Animazione, per esempio film Disney, The Simpsons, Micky Mouse. Solo Relazione e Rivalità vanno nella specifica categoria.

  7. Tutto quello che è anime/manga va nella categoria anime/manga, anche relazioni, rivalità, canzoni, personaggi, ecc.

  8. Tutto quello che riguarda i giochi va nella categoria Giochi come Board Games, RPG, personaggi, relazioni, ecc.

  9. Avete quattro settimane di tempo per finire la fanlisting. Per creare una fanlisting quanto tempo volete che vi serva, no? Se vi serve più di un mese perché avete contratto il morbillo o l’apocalisse si abbattuta sulla vostra città siete pregati di contattare lo staff.

  10. Potete richiedere tutte le fanlisting che volete ma dovete avere la forza per gestirle tutte, altrimenti lo staff deve farsi il mazzo per smistarle ad altri e mettervi nella lista nera. Capito giovani Padawan?

  11. Non iniziate a lavorare alla fanlisting prima che abbiate ricevuto l’email dallo staff. Capita spesso di dover declinare le proposte di persone che hanno già costruito una fanlisting per darle ad altre.

  12. Ci deve essere una versione inglese della vostra fanlisting. Potete anche avere la fanlisting in aramaico o in Klingon, basta che siate capaci di fare copia-incolla dei contenuti in inglese come fanno tutti.

  13. Nella lista Membri non deve mancare la voce relativa alla nazione perché è la colonna portante della fanlisting stessa, poi potete anche inventarvene altre.

  14. Sulla pagina iniziale del vostro sito ci deve essere indicata la data dell’ultimo aggiornamento. Se si riesce a capire chiaramente quando la fanlisting è stata aggiornata per l’ultima volta verrà inserita nella TROUBLE LIST.

  15. La fanlisting deve essere un sito individuale, un sottosito, o una sezione di un fansite con lo stesso soggetto. Se avete 75467845 fanlisting dovete avere 75467845 siti diversi.

  16. La fanlisting può essere dedicata ad una persona morta o ad una serie TV non più in onda. Uhm forse questa doveva essere la regola numero 17.

  17. Dovete essere sicuri di aggiornare la fanlisting con regolarità. Nel caso non l’abbiate ancora capito le fanlisting che dopo un pò non vengono aggiornate finiscono poi in mano altrui.

  18. Tenete le vostre informazioni aggiornate come indirizzo email, url del sito, ecc in modo che lo staff riesca a contattarvi velocemente nel caso ci siano nuove regole.

  19. Dovete accettare tutti i fans, anche quelli senza un sito Web, perché “una lista di fans” non di “fans con un sito Web”.

  20. Dovete accettare tutti i fans e non fare discriminazione in base alla loro età, sesso, religione, etnia, ecc., perché è “una lista di fans” non di “fans come me”. Quindi niente cloni. O forse sì. E i cylon?

  21. Lo staff può decidere di non approvare una fanlisting. Soggetti inappropriati o fanlisting ridicole posso essere scartate.

Game of Fanlistings

Immagine di una pagina del sito di The Fanlisting

Gli anni passano e le regole cambiano. No, aspettate, ci avete creduto? In realtà alle 21 già presenti ne è stata aggiunta col tempo una di cui si sentiva proprio la mancanza: Dovete aggiornare la fanlisting una volta ogni due mesi. Niente panico, se nessuno si iscrive più alle vostre fanlisting, basta inserire fan fittizi e siete a posto.

Se siete arrivati fino a qui vuol dire che siete pronti e carichi per la vostra prima fanlisting e per leggere i 3 fondamenti delle fanlistings:

  1. C’è già. Se avete pensato di dedicare una fanlisting ad un vostro amico che ha scritto un ebook di 4 pagine sulle avventure di un ratto finito in un’anomalia spazio-temporale, qualcun altro ci avrà sicuramente pensato prima di voi, rassegnatevi.

  2. Non l’avrete mai. Anche se la vedete disponibile nella Trouble List e Pinco Pallino nel forum di discussione l’ha inserita nella sezione delle adozioni (sì esiste anche questo) al 150% finirà in mano alle solite persone, di cui la metà componenti dello staff.

  3. La fanlisting sta arrivando. Se per una disattenzione collettiva riuscirete ad accaparrarvi una fanlisting verrete successivamente investiti da un’ immane sfiga, il tempo a disposizione e la voglia di occuparvene scemerà poco a poco finché qualcuno come uno sciacallo ve la porterà via insieme alla vostra testa.

Fanlisting e (Fan) Pages

Immagine della pagina Facebook di Buffy

Nonostante i Fansite (più completi) e le Pagine Facebook (alla portata di tutti) abbiano col tempo relegato le fanlistings nel dimenticatoio, dobbiamo dare merito a quest’ultime di essere state una notevole palestra per quelle persone che, iniziando a giocherellare con HTML, Photoshop e PHP, ne hanno fatto poi un mestiere. Le pagine Facebook hanno permesso al fan di non essere solo un numero ma una persona che può interagire sia con chi ha messo su baracca e burattini, sia con brand, celebrity, persone normali.

Qualcosa si è perso, qualcosa si è guadagnato ma anche se restiamo ancora tutti fan di qualcosa o qualcuno quanti sono (ancora) Web Developer/Web Designer e quanti Social Media Manager?

Chi l’ha visto: Significant Others

👁️

30 Giugno 2011

Scritto per ItalianSubs.net


Foto del cast di Significant Others

Per passione si è capaci di fare qualsiasi cosa, anche comprare il DVD regione 1 di una serie TV sconosciuta, di cui probabilmente neanche gli attori si ricordano.

Nel 2004, approfittando della notorietà raggiunta da **Jennifer Garner ** con Alias e il film Elektra in lavorazione (l’intervista per gli extra del DVD è stata realizzata sul set del dimenticabile sequel di Daredevil), venne rilasciato il DVD del telefilm **The Significant Others ** trasmesso nel 1998 su Fox e cancellato dopo neanche 3 episodi, nonostante ne fossero stati girati 6 in tutto.

La serie inserita in palinsesto al posto di Party of Five messo in hiatus subì fin da subito l’ira e il boicottaggio dei loro fans, costringendo il network a cancellarla prematuramente. Ironia della sorte le due serie erano entrambe state create dai coniugi Christopher Keyser e Amy Lippman.

Ambientata a Los Angeles Significant Others segue le vicende di tre giovani amici **Campbell **, **Henry ** e **Nell ** che si ritrovano a dover affrontare profondi cambiamenti nella vita e nel loro rapporto. Già dai primi minuti si intravede lo pseudo triangolo che dovrebbe appassionare gli spettatori: Campbell scopre che il trio di amiconi in realtà è un 2+1 in quanto Henry e Nell da tempo hanno una storia alle sue spalle e il terzo incomodo non la prende bene.

Tanto per non farsi mancare niente, Campbell scopre anche che dovrà fare da testimone al matrimonio tra suo fratello **Ben ** e **Jane **, la sua ex-ragazza. Dopo un “cattivi – dai perdono i miei amiconi – sono i crisi provo ancora qualcosa per Jane – anzi no” il pilot termina con il felice matrimonio di Ben e Jane e la reunion del trio.

Il proseguo della serie è scontato, poco originale, almeno per me, vedendolo a ritroso e dopo tante serie simili e di qualità che si sono succedute negli anni. Henry e Nell si mollano quasi subito portando gradualmente la seconda ad avvicinarsi a Campbell. La pecora nera si riscatta.

Vediamo più nel dettaglio i personaggi principali della serie. Qualche volto vi risulterà familiare:

Henry Calloway

Foto di Scott Bairstow

Con divisa da bad boy (giacca di pelle, camicia aperta che lascia trasparire l’immancabile canotta bianca o t-shirt nera) è un aspirante scrittore che finisce per scrivere racconti erotici per un sito web. Dopo la fine della storia con Nell intraprende una relazione con Charlotte, il suo capo, più vecchia di lui e ovviamente sposata. Lo guardi nel pilot e pensi a Pacey Witter ma dopo 5 minuti ti trovi definitivamente davanti un ibrido Ryan Atwood/Nate Archibald.
Interpretato da **Scott Bairstow ** (Party of Five).

Campbell Chasin

Foto di Eion Bailey

È il tipico personaggio sognatore e sfigato con le ragazze e pecora nera della famiglia. Prima si trova costretto a dire addio al suo lavoro di manager di una band quando i componenti vengono o arrestati o spediti in rehab, poi ha la brillante idea di mettere su una casa di produzione video per bambini. Rassegnato finisce a lavorare per l’azienda di famiglia.
Interpretato da **Eion Bailey ** (ER, Band of Brothers).

Nell Glennon

Foto di Jennifer Garner

La Joey Potter dei poveri, con broncio e sguardo puccioso, ha la capacità di riuscire a non impegnarsi praticamente su tutto, che sia un lavoro o una relazione e di indossare mise che Sydney Bristow non metterebbe neanche sotto tortura.
Interpretata da **Jennifer Garner **. (Alias, Daredevil, Elektra, Juno).

Ben Chasin

Foto di Michael Weatherly

È l’altro fratello, quello figo, quello bravo, quello dalla moglie perfetta, il cocco di mamma e papà che ovviamente finirà per essere asfaltato dal fratello sfigato nel solito rovesciamento dei ruoli.
Interpretato da **Michael Weatherly ** (Dark Angel,NCIS). Ah, se anni fa ho comprato questo DVD è colpa sua.

Jane Merril Chasin

Foto di Elizabeth Mitchell

È la solita moglie, ex fidanzata dell’altro fratello, bionda snob algida dall’apparente fierezza ma insicura di tutto e tutti. Questo sì che sarebbe stato un personaggio da far saltare in aria con una bomba.
Interpretata da **Elizabeth Mitchell **(Lost, V).

Significant Others è serie senza infamia e senza lode, carina, ma di cui non si è sentita la mancanza e di cui dobbiamo ringraziarne la cancellazione vista la carriera avuta poi da gran parte del cast.

Battlestar Galactica: L'amor che move il sole e l'altre stelle

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21 Marzo 2009

Scritto per la Fanzine di Telefilm Central


Immagine Promozionale del Cast di Battlestar Galactica

Il nostro obiettivo è nientemeno quello di reinventare la fantascienza televisiva.
– Ronald D. Moore

Il dolore per la distruzione delle 12 colonie ora lo si vede, lo si sente e i personaggi sono costretti a conviverci. Non ci sono alieni rettiloidi o chissà che altra bizzarra creatura, l’uomo è solo nell’universo nella lotta di sopravvivenza contro i cylon, robot da lui stesso creati che gli si sono rivoltati contro.

Più che una serie di fantascienza questo nuovo Battlestar Galactica è una maestosa opera naturalistica che mette in primo piano i personaggi, in cui, indipendentemente dal contesto fantascientifico in cui si muovono, gli spettatori possono immedesimarsi, ma soprattutto un’allegoria della nostra società, così come fece secoli fa Dante Alighieri nella sua opera allegorica per eccellenza.

L’allegoria si estende anche all’arrugginita ma stoica Galactica che funge da teatro, cassa di risonanza delle sofferenze, dei problemi, dei giochi politici, delle relazioni dei personaggi. Battlestar Galactica, come la Divina Commedia, va considerato come un viaggio allegorico dell’umanità che, attraverso il doloroso inferno della caduta delle 12 colonie, le sofferenze del purgatorio di New Caprica e la Terra, giunge alla paradisiaca salvezza dei cieli azzurri della Terra 2.

Dante è l’unico che si fa portavoce della salvezza universale nella Divina Commedia, in Battlestar Galactica ogni personaggio con la sua storia e azione è parte integrante del disegno finale. La straordinaria complessità dell’opera fa sì che ci siano più di un Dante e che durante la serie ognuno di loro compia a sua volta un complesso e straordinario percorso esistenziale, morale e religioso.

Non ce ne vogliano Gaius Baltar, Laura Roslin o chi altro, ma c’è un personaggio, bistrattato dal pubblico e dagli stessi eventi, che più di altri ha cercato di trovare il proprio posto nel mondo (se mondo si può chiamare un’arrugginita Battlestar e una manciata di navi): Lee Adama. Lo abbiamo visto Capitano, poi retrocesso Tenente dalla Cain, poi promosso Comandante della Pegasus, poi Maggiore sul Galactica. Lo abbiamo visto arrivare sbarbatello sul Galactica a bordo di un Viper, poi ingrassato dopo i mesi di riposo e depressione post-insediamento su New Caprica, poi nuovamente in forma saltellare sul ring. Una persona che voleva sempre fare la cosa giusta ma mai quella sensata.

La morte di Beatrice e la crisi degli ideali politici getta Dante in una selva oscura, la morte di Kara porta alla luce la da sempre latente insofferenza di Lee verso l’uniforme e il padre. Quando neanche più la moglie Dualla riesce a comprenderne le gesta, ecco arrivare il virgiliano Romo Lampkin, avvocato scaltro e irriverente, allegoria della ragione che porta Lee e l’intera flotta per la prima volta a fare i conti con i sensi di colpa per le migliaia di persone lasciate indietro durante la guerra. Per compiere l’ultimo tratto del viaggio verso la salvezza dell’anima però la ragione, come Head Six ha ripetuto continuamente a Baltar e come gli eventi ci hanno dimostrato, da sola non è sufficiente.

Non credo che gli angeli appaiano sotto qualche forma mistica o spettrale. Gli angeli prendono l’aspetto di coloro che ci sono sono più vicini e più cari, coloro che possono capire i nostri dubbi e le nostre sofferenze e le nostre tribolazioni e ci portano sulla strada dell’eterna salvezza.
– Gaius Baltar

Beatrice e Kara, allegoria della fede, non più mortali ma creature angeliche, tra nubi e canti, appaiono ai sorpresi Dante e Lee con la promessa di portare l’umanità verso la destinazione tanto agognata e nel contempo aiutarli a recuperare la propria identità. Ma se Beatrice è una classica figura angelica, soave e pura, che si muove ormai all’interno del mite paradiso, Kara Thrace resta sempre Kara Thrace, condannata a vivere nel purgatorio altrui, a intervenire con la forza quando Gaeta e Zarek stanno per rigettare tra il fuoco dell’inferno quello che resta del genere umano, rimettendo tutti in carreggiata.

La vita ha una melodia Gaius, una serie di note che diventa la nostra esistenza quando sono suonate in armonia con il piano di Dio.
– Head Six

Secondo i filosofi greci l’essere umano non è altro che un tormentato campo di battaglia fra corpo e anima e solo grazie ad un intervento divino la seconda può liberarsi della prigione della materia. Kara diventa così la figura dell’uomo spirituale classico, colui che è stato elevato da Dio ad un livello superiore per permettere la salvezza della propria anima e dell’umanità stessa, facendo leva su quella che è una componente fondamentale, secondo gli studi antichi e Dante stesso, dell’anima umana: la musica.

È possibile notare una certa tonalità della Divina Commedia, dai suoni aspri e sordi dell’inferno, alla musica che come una brezza inizia a soffiare sulle anime del purgatorio diventando sempre più una chiara melodia. In Battlestar Galactica il procedimento è il medesimo: la musica ne è una parte imprescindibile, un eco lontano che poi diventa sempre più percettibile, prima dai Final Four poi dall’angelo caduto Kara Thrace… anime che poco a poco trovano l’accordo con se stesse e con il cosmo.

Nel Paradiso Dantesco voci diverse producono dolci note e i diversi gradi di beatitudine creano l’armonia delle anime elette. In Battlestar Galactica, Kara raggiunge il culmine del suo percorso associando alle note di All Along The Watchtower i numeri delle coordinate per compiere il salto che porta la flotta coloniale verso la nuova Terra.

La bellezza della fisica, il prodigio della matematica, l’esaltazione dell’azione e reazione. E questo è il genere di perfezione alla quale voglio venire associato.
– Samuel T. Anders

La cosmologia di Dante e Moore si rifà alla concezione pitagorica secondo cui le sfere celesti, a causa del loro movimento, emettono una musica continua e costante, un’armonia celestiale e che tutto l’universo sia regolato da Dio attraverso la giusta proporzione tra numero e musica. Non va dimenticato che Pitagora era un acceso credente della trasmigrazione delle anime, secondo cui l’anima era immortale e condannata da un peccato originale a trasferirsi da un corpo all’altro, il cui ciclo di reincarnazione non sarebbe stato interrotto finché l’anima non si fosse purificata.

C’è un’altra forza all’opera qui, c’è sempre stata. È innegabile. Tutti l’abbiamo sperimentata, tutti i presenti sono stati testimoni di eventi che non possono comprendere, per dire spiegare, in termini razionali. Enigmi spiegati attraverso profezie, sogni inviati a pochi prescelti, i nostri cari, morti, risorti. Sia che lo vogliamo chiamare Dio o Dei, o una qualche sublime ispirazione, o una forza divina che non possiamo conoscere o capire, non importa, non importa! È qui! Esiste e i nostri due destini sono intrecciati al suo volere. Dio non è dalla parte di nessuno. Dio è una forza della natura oltre il bene e il male. Il bene e il male li abbiamo creati noi. Volete spezzare il ciclo.. spezzare il ciclo di nascita, morte, rinascita, distruzione, fuga, morte. Beh, questo sta a noi, soltanto a noi. È necessario un atto di fede.
– Gaius Baltar

I Cylon, in quanto figli dell’umanità, sono portatori del peccato originale finendo per compiere gli stessi errori distruttivi dei padri e le cui anime immortali necessitano anch’esse di essere salvate. Kara, l’anima eletta che ha travalicato i confini della morte, interrompe il ciclo di download dei Cylon e consegna nelle mani di Baltar prima e Lee poi il destino delle 13 tribù di Kobol, ormai un solo popolo unito dalla medesima speranza chiamata Hera.

È una sublime, magari non voluta, coincidenza che il viaggio comune di Kara e Lee si concluda nello stesso modo di quello di Beatrice e Dante che, ormai dentro il Paradiso, guardano in silenzio il sole. Il poeta si volge verso Beatrice in cerca di ulteriori spiegazioni, ma essa non c’è più, è tornata nell’empireo accanto ai santi. Dante commosso ringrazia e dà definitivamente l’addio al suo angelo.

La multidimensionalità di Battlestar Galactica permette a Ron Moore, aiutato dalla maestria del compositore Bear McCreary, di donare allo spettatore la capacità tanto cara ai suoi personaggi, quella di proiettare le proprie sensazioni ed emozioni scaturite da ciò che viene visto e ascoltato per farle muovere, agire nel modo e nel significato più congeniale a ciascuno… dare quindi in definitiva una chiave di lettura personale, evadendo da quello che di prima acchito sembra un finale negativo, privo di quelle risposte concrete tipiche di quella classica fantascienza televisiva a cui eravamo abituati.

Come il geometra che si concentra con tutte le sue facoltà mentali per trovare l’esatta misura del cerchio, e, per quanto pensi, non trova il principio di cui ha bisogno, in questa stessa situazione mi trovavo io di fronte a quella visione straordinaria: volevo comprendere come l’effigie umana si adattasse alla forma del cerchio e come potesse trovarvi luogo; ma le mie ali non potevano farmi volare tanto in alto: se non che la mia mente fu percossa da un’illuminazione per mezzo della quale avvenne ciò che essa desiderava. A questo punto alla capacità di immaginare, che si era innalzata a tanto, venne a mancare la forza; ma già ogni mio desiderio e ogni mia volontà erano mossi, come ruota che gira con moto uniforme, da Dio, l’amore che imprime movimento al sole e alle altre stelle.
– Dante Alighieri, Paradiso XXXIII

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Ho partecipato al contest organizzato su Twitter per pubblicizzare la seconda parte della prima stagione del programma televisivo Caprica. Il quinto episodio di Caprica con l'intrigante messaggio sulla realtà virtuale, “Questo non sono io, è solo il mio veicolo corporeo”, mi ha ispirato a realizzare questo poster. Ho vinto la guida turistica delle Dodici Colonie “Beyond Caprica” firmata da Sasha Roiz, Alessandra Torresani e Jane Espenson.

The Battlestar Galactica Orchestra

2009

Ho sviluppato come richiesto un sito dinamico con WordPress e una bacheca con bbPress. Non ho vinto un posto al concerto del Comic-Con di San Diego, ma Bear McCreary mi ha inviato un album della colonna sonora di Battlestar Galactica autografato in edizione limitata: The Best of Seasons 1/4. Questi dischi sono incredibilmente rari, realizzati esclusivamente per il cast e la troupe che hanno lavorato alla serie.

Awards

Twitter Contest about Caprica TV Show

2010

Ho partecipato al contest organizzato su Twitter per pubblicizzare la seconda parte della prima stagione del programma televisivo Caprica. Il quinto episodio di Caprica con l'intrigante messaggio sulla realtà virtuale, “Questo non sono io, è solo il mio veicolo corporeo”, mi ha ispirato a realizzare questo poster. Ho vinto la guida turistica delle Dodici Colonie “Beyond Caprica” firmata da Sasha Roiz, Alessandra Torresani e Jane Espenson.

The Battlestar Galactica Orchestra Contest

2009

Ho sviluppato come richiesto un sito dinamico con WordPress e una bacheca con bbPress. Non ho vinto un posto al concerto del Comic-Con di San Diego, ma Bear McCreary mi ha inviato un album della colonna sonora di Battlestar Galactica autografato in edizione limitata: The Best of Seasons 1/4. Questi dischi sono incredibilmente rari, realizzati esclusivamente per il cast e la troupe che hanno lavorato alla serie.

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